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Immersioni immaginalinelle arti e culture simboliche

Le immersioni immaginali sono seminari di gruppo che “scandagliano” opere d’arte appartenenti ai più svariati generi e culture mistico-spirituali attraverso la lente simbolica della Visione immaginale.

La visione immaginale, altrimenti detta visione simbolica o archetipica, permette di “sondare” da una prospettiva simbolica opere d’arte di qualunque forma espressiva, lasciando affiorare i simboli e le immagini in essi “viventi” e intessendo con essi un vero e proprio dialogo. I simboli, infatti, sono “immagini aperte a infiniti significati“; “angeli messaggeri“, “presenze vive“, universali.

La Visione Immaginale si sviluppa da alcune riflessioni sul simbolo, formulate da maestri occidentali come Carl Gustav Jung, James Hillman, Henry Corbin, Jacques Durand, Gaston Bachelard, soprattutto in occasione delle cosiddette “conferenze di Eranos“, tenute tra gli anni ’60 e ’90 ad Ascona, Svizzera (per approfondire).

L’arte, la poesia, la musica e tutte le espressioni artistiche sono lo strumento attraverso il quale, soprattutto nel mondo occidentale, l’essere umano ha mantenuto viva la fiamma dell’Anima. Insieme alle esperienze mistiche di profondo e intimo contatto con il divino, è infatti in tali espressioni creative che l’essere umano ha conservato la “magia” delle cose, la loro essenza profonda e poetica.

La passione per le arti, in particolare per la musica classica, per la letteratura e il teatro, è stata ed è il carburante che mi attrae verso la ricerca spirituale. Molte consapevolezze che nutrono il percorso spirituale sorgono visceralmente mentre suono il pianoforte o scorro nella mente le scene di un film, di una pièce teatrale o di un romanzo della grande letteratura (russa in particolare).

Durante le immersioni immaginali interroghiamo opere d’arte dense di contenuto simbolico, appartenenti a qualunque genere espressivo: dalla letteratura al teatro, dalla poesia alla musica, dal cinema alla danza, e lasciamo che i simboli in esse presenti ci parlino e interroghino a loro volta con il loro messaggio.

Se l’opera è davvero simbolica, i simboli e le immagini non appartengono più all’autore dell’opera, ma ci parlano e “danno a pensare” in continuazione, ogni volta in maniera diversa, a seconda del momento in cui li incontriamo e del grado di accoglienza e ascolto che riserviamo loro.

I simboli sono un linguaggio universale e trasversale alle diverse origini e latitudini: per quanto i loro significati possano divergere da cultura a cultura, i simboli che troviamo in tutte le culture simboliche parlano a ciascuno di noi, in maniera differente ma puntuale e contestualizzata.

Basti pensare ai quattro simboli elementali di acqua, terra, fuoco e aria, trasversali a tutte le culture simboliche, da quella induista a quella greco-romana, da quella cristiana a quella alchemica, da quella tradizionale cinese a quella africana, da quella andino-amazzonica a quella siberiana.

La visione immaginale e simbolica permette infatti di accedere facilmente anche alle culture mistiche e spirituali universali. Al pari delle espressioni artistiche (che, ripeto, rappresentano il bacino nel quale si è conservata, nella nostra cultura, la ricerca sull’anima), esse possono essere considerate “culture simboliche“.

Nelle immersioni immaginali ci occupiamo anche di approfondire da una prospettiva simbolica alcune culture mistiche-spirituali universali, accogliendo i simboli che arrivano e lasciandoci da loro interrogare come “presenze vive“.

Nelle tradizioni sciamaniche e animiste, queste “presenze vive” vengono chiamate “spiriti” e con essi si stabilisce un dialogo, fondato sul riconoscimento e il “ri-guardo” (nel senso di “guardare ripetutamente”, con attenzione).

La visione immaginale, in ultima analisi, altro non è che il frutto di questo sguardo ripetuto, che permette di riconoscere e dare un’immagine visibile a una presenza di per sé invisibile, favorendo così il dialogo e lo scambio con essa.

Come molte culture simboliche, anche la cultura spirituale africana che ho conosciuto e che contribuisco a diffondere alla Casa dell’Anima è piena di simboli, immagini, colori ed elementi universali, che invito a notare durante le immersioni immaginali (o i viaggi in Africa).

Inoltre la spiritualità, calata in ogni gesto quotidiano, si intreccia con la musica, danza, scultura, pittura e tutte le espressioni artistiche. Basti pensare ai ritmi eseguiti da “orchestre” di percussionisti, che accompagnano le danze e le offerte rituali alle divinità; oppure alle divinità stesse, realizzate materialmente come vere e proprie opere d’arte.

È con questa visione simbolica che invito ad approcciarsi anche alla cultura animista africana, peraltro difficilmente avvicinabile con un approccio antropologico e scientifico.

Un adagio africano recita

Quando arriva l’antropologo, gli spiriti scappano

Per scoprire le prossime immersioni immaginali visita il calendario degli eventi.

Se desideri organizzare immersioni immaginali presso la Casa dell’Anima, scrivimi oppure clicca qui per maggiori informazioni. L’invito a contattarmi per organizzare immersioni presso la Casa dell’Anima è esteso non solo a operatori olistici, ma anche ad artisti e a chiunque condivida lo spirito del progetto Psicomare.

N.B.: Le attività, le esperienze, gli strumenti e i percorsi proposti alla Casa dell’Anima e su questo sito sono volti allo scopo della ricerca interiore, del problem solving, della crescita personale e dell’evoluzione spirituale; non si sostituiscono al lavoro di medici e psicoterapeuti poiché non considerano, non trattano e non si pongono come obiettivo la risoluzione di patologie e sintomi di stretta pertinenza medico/sanitaria (leggi di più nel disclaimer).

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